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L'ombra del mito si allunga sull'immaginazione occidentale dalle origini sino ai nostri giorni. Questo studio indaga, in modo del tutto originale, le ragioni di questa sopravvivenza - in dialogo con Girard, Vattimo, Blumenberg, Kerényi, Coupe, Fisch, Pavese, Deleuze, Nietzsche (soltanto per citarne alcuni) -, attraversando letterature e discipline all'insegna dell'antispecialismo disciplinare di marca moriniana e delle sfide della complessità. Ne scaturisce un'avvincente "storia intertestuale" che sembra quasi palesare una trama unica, con una fitta rete di riferimenti all'interno delle scienze umane e naturali, dove l'intertesto di riferimento è sempre il Linguaggio. È proprio il linguaggio, infatti, a riunire sotto un unico "campo" la matematica e il mito, la fisica e l'arte. Un vero e proprio "campo di tensioni" che attraverserebbe tutte le scienze dell'uomo, errando attraverso discipline diverse che parlano "lingue" diverse, "sottocodici" molteplici; ma che fare bbe sempre ritorno al luogo d'origine, all'insegna di quel principio di "circolarità ricorsiva" che sembra più che mai necessario per "conoscere la nostra conoscenza".