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Se il titolo racconta il tracciato di una metafora i versi di questa silloge sono la dimensione stessa di un frammentare i luoghi, i sentimenti, i nomi, i ricordi o di una dimensione tutta giocata, appunto, nel segno dell'allegorico-metaforico. Ebbene, nei versi di Antonella Daversa la frammentazione non è una struttura semantica o lirica, bensì un gioco di incontro tra il ricordare, la vita, il presente e il passato. E in questo andare e ritrovarsi ci sono le pause che si fanno (o sono) meta. Certo, forse senza radici. L'approdo è un simbolo e la meta è nella capacità di cercare un approdo. D'altronde quando "saremo al cospetto di questo mare" ci si inoltrerà in quella parola che è già di per sé orizzonte. Un orizzonte, attenzione, che non è volo simbolico ma è "storico". Il "guado" non sarebbe già di per sé un'appropriazione di una interpretazione ad una lettura poetica che pone al centro l'essere dell'uomo con la sua "a-priori". Una essenzialità che non è il derivato di un segno (o sogno) poetico ma di una profonda carica o meglio tutto ciò si racconta nell'attraversamento di questo viaggiare tra le parole, le immagini e le memorie in un incontro sempre con il tempo e la realtà.