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Mario Guadagnolo racconta la storia della città attraverso le vicende dell'Arsenale e la storia del regio opificio attraverso la storia di Taranto; si può dire che l'una fa da sfondo all'altra e viceversa. Man mano che fisicamente l'Arsenale si estende nel tempo e si allarga all'interno della città, entra nei meandri esistenziali dei tarantini, condiziona o comunque influisce sui loro modelli comportamentali, fa emergere gradualmente la nuova figura dell' "arsenalotto" che dopo il 1914 farà il paio con il modello operaio dei cantieri navali Tosi. Così che "tosini" e "arsenalotti" nella città e nel territorio circostante diventeranno non solo protagonisti di certe battaglie salariali e occupazionali, ma "strutture" essenziali nell'economia del territorio, sia per la loro competenza tecnica, sia per la loro capacità di spesa, a volte più contenuta a volte più espansiva. Questo fino all'impianto del quarto centro siderurgico ed all'avvento di nuova tipologia di operaio e consumatore. Su queste e altre piste metodologiche si snoda la ricerca di Guadagnolo, arricchita da una straordinaria silloge fotografica.