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Nel vivace milieu culturale della Venezia cinquecentesca si distingue Lodovico Dolce (Venezia 1508-1568), vera e propria figura di poliedrico poligrafo-redattore-revisore, che nell'arco della sua vita lavorativa - ben 36 anni - affida alle stampe 358 titoli tra opere originali, curatele e volgarizzamenti, con l'intento di permettere a un ampio bacino di utenti di accostarsi alla lettura di testi letterari e di promuovere nuove conoscenze e competenze. Con il volgarizzamento della "Parafrasi nella sesta satira di Giuvenale" del 1538, egli, se da una parte sperimenta, con risultati apprezzabili, il nuovo codice linguistico letterario promosso da Pietro Bembo, dall'altra diffonde un testo classico che ritiene dilettevole, ma anche di giovamento morale per i lettori.