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«Lo zampo, o meglio, "il zampo", rappresenta, in maniera primitiva ed immediata, la libertà. Liberi di essere, e non sentirsi, diversi nei gusti, nel quotidiano, ed in ogni atteggiamento che possa sottolineare la propria identità. Lo zampo non necessita di sostegno psicologico, è rumorosissimo, ma sociale. Lo zampo ama giocare, ma è leale. Lo zampo è semplice, ma autentico. Vive insieme agli altri, si preoccupa degli altri: in una parola è da preferire a quanti, soli ed afflitti, meditano e praticano la cattiveria verso gli altri per tentare di compensare la propria insoddisfazione. Lo zampo non è omologabile. Lo zampo è felice. E soprattutto lo zampo è universale. Lunga vita agli "zampi": alle loro auto e motorette, ai loro occhialoni da 24 pollici, ed ai tagli di capelli svasati, alle loro scarpe in pura plastica, ai loro sorrisi da bimbi.» (Dalla prefazione di Alfonso Palieri).