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Sul filo della memoria, discreto e potente, emerge il lavoro artistico di Lucia Nanni. Lo spunto: una passeggiata al cimitero e una sosta all'ossario, luogo per eccellenza della memoria collettiva, spazio affidato all'intera comunità. Qualora cessassero le lacrime e inaridisse la sorgente del cuore - vi sono legami così profondi da sopravvivere agli anni e alla stessa morte - siano gli uomini di domani a compiere il gesto misericordioso della memoria. Una responsabilità sociale, dunque, della quale l'artista in prima persona si fa carico, con coraggio e sensibilità, cura e determinazione. Il suo operoso lavoro di tessitrice di ricordi, trasmesso al tulle o alla canapa, permette il riaffiorare di volti, uomini e donne, giovani e anziani. Bambini. La vita di intere generazioni. Lunghi fili neri, fragili filigrane, riannodano quegli affetti e relazioni tra il mondo dei vivi e quello dei morti, spostando l'attenzione su un piano che supera l'orizzonte familiare per aprirsi ad una esperienza comune. Da ultimo i testimoni, uomini e donne di oggi che, fotografati con i ritratti creati da Lucia, hanno accettato la sfida di confrontarsi con questa umanità antica e impalpabile, perché la memoria di chi ci ha preceduti sia più che mai concreta e attuale.