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L'iniziativa di dare alle stampe il repertorio teatrale, in gran parte inedito o introvabile, di Antonio Fiacchi, giornalista e commediografo petroniano, riveste un'importanza non trascurabile sul piano storico-culturale; infatti consente un approccio meno aneddotico alla fisionomia artistica di uno dei maggiori protagonisti del rinnovamento del teatro dialettale bolognese nella seconda metà dell'Ottocento. In effetti, se la popolarità del Fiacchi è ancora oggi indissolubilmente legata al personaggio del Sgner Pirein, dall'inconfondibile estro espressivo, anche la produzione teatrale rivela un'identica e costante attitudine plurilinguistica. Oggetto finora di una colpevole dimenticanza, il teatro fiacchiano evidenzia, nel vario intrecciarsi dei temi, i costumi, le tradizioni, le istanze piccolo-borghesi di un'epoca; inoltre i lavori teatrali in vernacolo si segnalano per l'impiego di un linguaggio mescidato che è pittura d'ambiente e insieme connotazione espressiva.