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Autore di numerosi scritti morali ed eruditi in latino, Pietro Edo (Pordenone, 1427?-1504) compose pure alcune opere in volgare - caratterizzate in prevalenza da intenti didattici e divulgativi - tra le quali la più importante è un poema-visione in terza rima, scritto probabilmente intorno al 1483 ma finora inedito e trasmesso dal solo ms. it. cl. IX, 96(6636) della Bibl. Marciana di Venezia, originariamente senza titolo (quello de II rimedio amoroso gli è attribuito dal curatore di questa edizione). Il poema, in 19 canti, svolge il tema antierotico per indurre a dominare razionalmente la passione amorosa e spingere alla vita religiosa. Sono frequenti gli echi danteschi nella struttura, quelli del Petrarca dei Trionfi nel lessico, ma ancor più incisiva è l'influenza di Ovidio e di Boezio, poiché ampi brani dei Remedia Amoris e del De consolatione vi sono letteralmente volgarizzati. Anche se di rado raggiunge esiti artistici, Il rimedio amoroso offre tuttavia una messe importante di notizie sulla cultura e sulla lingua letteraria di una regione periferica (il Friuli) ma ricca di fermenti: il loro peso risulterà rilevante già nei primi anni del '500 nell'ambito della questione del volgare. Questa prima edizione del ms. presenta quindi un estremo interesse culturale e linguistico.