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Nelle prime due decadi postunitarie, con grande ritardo sul resto d'Europa, il fantastico si diffonde in Italia grazie ad autori come Iginio Ugo Tarchetti, Arrigo e Camillo Boito, Emilio Praga. Questa letteratura riveste un ruolo di primo piano nelle appendici di molti giornali degli anni Sessanta e Settanta dell'Ottocento. La stessa pubblicistica testimonia la presenza di topoi e suggestioni del fantastico nel dibattito politico e nella letteratura di costume, anche grazie all'influenza di fenomeni quali il magnetismo e lo spiritismo che raggiungono un'enorme popolarità nel periodo in questione. Questo lavoro indaga le declinazioni del fantastico nel contesto della pubblicistica postunitaria, in particolare nel vivace panorama milanese, attraverso lo studio di diverse tipologie testuali, dal racconto alla satira politica agli articoli di argomento scientifico e di costume, con l'intento di mostrare come questo modo letterario dia forma ad ansie, ossessioni, aspirazioni, al confine tra naturale e soprannaturale, razionale e irrazionale, reale e illusorio.