Tab Article
"Giganti e cavalieri di strada. Altri libertini di Pier Vittorio Tondelli" è un saggio che pone al centro dell'indagine critica il libro d'esordio di Tondelli. Dopo aver ricostruito lo scenario di "Altri libertini" (la provincia emiliana), l'autrice si è soffermata a indagare la tenuta della tramatura originaria del romanzo nei racconti, il gioco di rimandi intra ed extratestuali e l'epica degradata, o meglio l'epos della strada, che costituisce la marca più significativa dei testi. I libertini che si aggirano nei racconti sembrano incarnare molti tratti dei gaudenti clerici vagantes, rappresentanti della cultura carnevalesca popolare: l'autrice ha cercato di dimostrare come Tondelli, attraverso richiami indiretti e citazioni esplicite, palesi la genealogia dei suoi racconti, il suo essere epigono moderno di romanzi cavallereschi come il "Morgante" di Pulci e il "Don Chisciotte" di Cervantes e come i suoi libertini siano apparentabili agli eroi grotteschi celebrati nel "Bertoldo" di Croce e nel "Gargantua e Pantagruele" di Rabelais, tutte opere ed eroi su cui hanno scritto e tenuto corsi i docenti dell'ateneo bolognese negli anni in cui lo scrittore correggese vi studia, in particolare Ezio Raimondi, Piero Camporesi e Gianni Celati, che perciò sono diventati anche punti di riferimento del suo saggio.