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Un libro della memoria, un tema ricorrente nella storia del popolo ebraico, costellata da continue diaspore, che hanno alimentato il mito dell'ebreo errante. Anche la storia della comunità ebraica di Palermo si conclude con una diaspora; una storia millenaria le cui origini si perdono nella notte dei tempi e la cui fine, per una fatalità storica (allora la Sicilia apparteneva alla corona spagnola), fu la stessa degli ebrei spagnoli, segnata dall'editto di espulsione dei re cattolici, promulgato a Granada il 31 marzo 1492. Questo saggio si propone di far conoscere questa antica comunità ebraica, la cui storia non è molto dissimile da quella delle altre comunità ebraiche siciliane, anche se presenta delle peculiarità che la distinguono, trovandosi a vivere in una grande città come Palermo, centro del potere politico e religioso. Il racconto si snoda lungo sette capitoli, di cui alcuni più corposi degli altri, perché sostenuti da una maggiore quantità di documenti, molti dei quali costituiscono il Codice diplomatico dei Giudei di Sicilia dei fratelli Lagumina, un'opera indispensabile per la conoscenza dell'ebraismo siciliano. Da questo racconto si potranno cogliere gli aspetti sociali, culturali ed economici di una comunità multietnica che sopravvive nell'arco di molti secoli, adeguandosi alla tolleranza del governante di turno. Oggi della comunità ebraica di Palermo, a parte i documenti cartacei e qualche lapide tombale, non rimane più nulla e questo libro ne vuole rinnovare la memoria.