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L'idea più diffusa è che il senso d'identità personale e la memoria si formino dentro l'individuo e lì poi restino come qualcosa di privato, solido, stabile nel tempo, e quindi difficile da cambiare. Questo saggio vuole al contrario aiutare il lettore a considerare sia il proprio senso d'identità che i propri ricordi come esperienze emergenti dall'incessante flusso di relazioni umane a cui partecipa. Quello che sentiamo e che crediamo di essere, e ciò che ricordiamo della nostra vita sono cioè definiti, orientati, canalizzati, modellati, dal modo in cui partecipiamo ai nostri contesti sociali. Si può allora affermare che il senso d'identità è alimentato dal racconto che di noi costruiamo insieme agli altri, e che entrambi sono in costante evoluzione.