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Giunto a noi anonimo, di volta in volta attribuito a Romano il Melode (V sec.), a San Giovanni Damasceno (VII sec.), alla poetessa Cassiana (IX sec.) e a molti altri, l'Akàthistos è forse l'inno più bello della liturgia greca, che celebra il mistero dell'Incarnazione. Appartiene air antica innologia bizantina e precisamente al gruppo dei kontakia, e si compone dunque di una strofa di proemio e di altre ventiquattro strofe che terminano col ritornello "Ave, sposa illibata". Le prime dodici strofe narrano l'avvenimento dell'Annunciazione, mentre le dodici successive ne elencano i benefici. L'inno è cantato per intero nella liturgia bizantina del sabato che precede la V domenica di Quaresima.