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A pochi anni di distanza dal centenario della sua nascita, Michelangelo Antonioni (1912-2007) si conferma una delle figure più importanti della storia del cinema europeo: dopo aver esordito nel documentario e aver diretto opere fondamentali per una rielaborazione dell'eredità neorealista, con la tetralogia aperta da L'avventura all'inizio degli anni Sessanta egli ha incarnato il modernismo cinematografico nelle sue forme più pure, mentre con la sua produzione successiva, che da Blow-up (1966) in poi l'ha trasformato in un regista di fama mondiale, ha contribuito a porre le basi del cinema postmoderno. Il presente volume si propone di offrire un contributo al rilancio del dibattito critico su una personalità imprescindibile del cinema italiano postbellico attraverso il dialogo fra studiosi di diversa formazione, generazione e provenienza nazionale, privilegiando la pluralità delle prospettive e mirando a offrire al lettore nuove chiavi di lettura relative al cinema di questo grande regista: dal rapporto con la stampa popolare a quello con la cultura psichiatrica prebasagliana; dal legame con il cinema dell'estremo oriente al trattamento dello spazio architettonico e cinematografico; dalla dimensione geopolitica della sua opera a quella inerente le performance dei suoi interpreti.