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Un tentativo di carpire e capire, per istinto e affetto più che con stringente logica storico-critica, gli umori, le contraddizioni, le suggestioni di un momento cinematografico che ancora oggi, dopo quasi cinquant'anni, si riflette sulla Hollywood contemporanea e sulla sensibilità, la memoria, la passione di tutti noi: il cinema americano che, tra i Sessanta e gli Ottanta del XX secolo, cambiò la faccia di Hollywood, seppellì l'American Dream, portò in primo piano amarezza, dissenso, disillusione, angoscia e, elemento non trascurabile, lanciò tutti i giovani autori e attori che sarebbero diventati i maggiori artefici e star dell'immaginario cinematografico successivo. Nei saggi che seguono, dopo la panoramica tracciata da Emanuela Martini sulle vicende politiche e i movimenti giovanili che scuotevano l'America di quegli anni e sull'esplosione, il successo e il conseguente dilagare del nuovo cinema, con le sue insofferenze e le sue derive, Giulia Carluccio s'interroga sullo stile della New Hollywood, mentre Federico Pedroni analizza le radici letterarie e le influenze musicali (soprattutto rock) cui si ispirò il lavoro dei cineasti. Nella seconda parte, dedicata a miti vecchi e nuovi, Enrico Magrelli racconta la guerra contro il Sogno Americano intrapresa dal nuovo cinema; Alberto Morsiani tratteggia le caratteristiche di un nuovo genere, il road movie.