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Immaginare il futuro andando a ritroso nel passato. Ecco la via maestra seguita da uno scultore appartato e rigoroso come Ugo Cossu, sardo di nascita e romano d'adozione. Questo volume, pubblicato occasione della mostra a lui dedicata dal Museo Crocetti di Roma, documenta i suoi lavori più importanti, fra sculture e dipinti. In queste opere la memoria pressante dell'arte egizia, cicladica, azteca, africana, nuragica, romanica, dialoga con le inquiete sperimentazioni novecentesche di Brancusi, Boccioni, Archipenko, Tulio Gonzàlez, Picasso, Giacometti, Moore, Marini, Nivola. Ma, come nota Gabriele Simongini nel saggio che analizza la ricerca plastica e pittorica di Cossu, questa appassionata marcia verso il passato è poi diventata una discesa alla ricerca di valori archetipi e sacrali che hanno una validità universale, non legata ad una scansione cronologica del tempo. Ed avviene sotto il segno dell'essenzialità e della potenza espressiva. Cossu ha saputo ricondurre quelle infinite suggestioni all'interno di una vocazione mediterranea volta all'equilibrio fra uomo e natura, tanto che dalle sue sculture promanano pure la forza e il mistero delle straordinarie rocce dilavate dal vento, nella sua natia Sardegna.