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L'Hortus Romanus del Sabbati venne realizzato intorno al 1770 in cinque volumi manoscritti (Mss. 4459-4463), illustrati dai disegni del pittore Cesare libertini. Il Sabbati, allora custode dell'Orto Botanico di Roma, documentò le piante lì conservate, classificandole secondo il sistema di Jean Pitton de Tournefort, considerato padre della botanica descrittiva. I criteri tassonomici, non più finalizzati agli aspetti farmacologici delle piante, erano ormai divenuti i veri ispiratori degli orti secchi e degli orti dipinti. Straordinaria in tal senso fu la qualità degli erbari prodotti dal Sabbati, che si conservano per lo più a Roma presso la Biblioteche Alessandrina, Casanatense e Corsiniana. In particolare, la Casanatense conserva di lui sette volumi di orti secchi e dieci volumi di orti dipinti. Sono questi i testimoni della sua attività e della sua lunga collaborazione con i Domenicani della Casanatense. Il progetto editoriale vuole riproporre la stampa del secondo volume dell'Hortus (Ms.4460) che è stato protagonista di un episodio molto doloroso per la Casanatense, verificatosi il 16 giugno 2004. Infatti, durante l'esposizione al Vittoriano in occasione della mostra "Le radici della Nazione" è stato dolosamente sottratto, depauperando così non soltanto l'intero patrimonio manoscritto della Biblioteca Casanatense, ma anche inficiando la completezza del pregevole erbario.