Tab Article
La scultura italiana tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta rappresenta nell'arco temporale della storia dell'arte italiana un momento di profonda riflessione sulle avanguardie storiche, soprattutto quelle italiane, e un aperto campo di indagine all'interno del complesso panorama artistico internazionale scaturito dal secondo dopoguerra. Gli artisti italiani della generazione che esce dal conflitto mondiale hanno voglia di stravolgere i canoni estetici figurativi ed espressionisti che ancora residuavano nei movimenti antinovecentisti degli anni quaranta, hanno voglia di recuperare la sperimentazione futurista dei materiali, di sovvertire il meccanismo di fruizione passiva dell'immagine e di esprimere concetti e situazioni che aprono spiragli di interpretazione plurimi. La Mostra, a cura di Mariastella Margozzi, tiene conto di questi profondi e fondamentali mutamenti estetici e di fruizione dell'opera d'arte tridimensionale affrancata dal formalismo del passato e indirizzata verso nuove possibilità espressive, anche ambientali. Essa si compone di 54 sculture di cui una quindicina collocate in esterno, nel celebre giardino di Villa D'Este. Tra gli artisti figurano nomi del calibro di Burri, Fontana, Mastroianni, Icaro, Somaini, Uncini, Consagra, Pascali, Mannucci, Lombardo, Zorio, Mattiacci, Melotti, Pierelli, Lorenzetti, Milani, Alviani, Ceroli, Colla, Marotta, Santoro, Tacchi, Bonalumi, Castellani, Manuelli.