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La guerra del romanzo di Betz è quella vista dal basso, attraverso le privazioni e le sofferenze della povera gente, è la stessa guerra di centinaia di migliaia dì altri giovani, illusi da un regime ottuso e poi abbandonati nella più grande tragedia del Novecento. Ragazzi cresciuti nella retorica del fascismo, o nel migliore dei casi nella più cieca apatia. Ancorato al lavoro in fabbrica come un naufrago a una zattera, tutte le certezze del piccolo mondo di Caio crollano quando la realtà della guerra irrompe nella sua vita, squarciando ogni velo d'indifferenza e passività. Nel momento in cui l'alternativa è compiere una scelta o lasciarsi trascinare alla deriva, Caio decide di intraprendere la strada più dura e raggiungere i partigiani della Valdossola, ritrovando nella lotta contro il nazifascismo e nella speranza che da essa possa nascere un mondo migliore, la sua dignità di essere umano e il valore del vivere.