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Il libro ricostruisce l'intenso fenomeno migratorio che ha caratterizzato le Alpi italiane a cavallo tra Sette e Ottocento. In questo lavoro gli autori identificano nel protagonismo delle donne il primo ribaltamento sociale prodotto dall'emigrazione degli uomini. Il loro lavoro nei campi mantiene in vita quella sorta di economia naturale che si contrappone a quella, del tutto nuova per il contesto, incentrata sul denaro, inaugurata dagli uomini che, lasciando stagionalmente le montagne, imparano a monetizzare il proprio lavoro. Più denaro, dunque, ma di contro meno figli, e matrimoni più tardivi: le brevi permanenze a casa degli uomini producono una rivoluzione nei costumi di intere comunità.