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Come si può entrare nella storia dell'umanità esercitando il semplice mestiere di tipografo? Quanti ce ne sono stati prima di Bodoni e quanti dopo? Incalcolabile il numero. Ma del par suo, la storia della tipografia e dell'editoria degli ultimi secoli ne conta pochissimi. E di questi, ancora meno hanno raggiunto fama eterna e sono diventati degli esempi da imitare: per estensione del lavoro e creatività generale, possiamo accostare a Bodoni solo un altro genio della stampa, Aldo Manuzio. Bodoni si è occupato di libri straordinari, ha inventato e disegnato un carattere tipografico che ha preso il suo nome, si è occupato di alfabeti "lontani" e ha compilato il più interessante e perfetto dei "campionari", il Manuale tipografico, pubblicato postumo dalla "vedova" nel 1818 in quella Parma che gli aveva dato i secondi natali e nella quale potè costruire il suo genio. Per apprezzare appieno la maestria di Bodoni bisogna avere avuto la fortuna di sfogliare i suoi libri, averne toccato la carta che "crocchia", bianchissima, in contrasto furibondo con il nero timbrato del carattere "bodoni", che nella pagina di ampie dimensioni trova la sua naturale spettacolarità visiva. Colpisce dei libri stampati da questo maestro della tipografia, la marginatura perfetta della pagina, il timbro del carattere assolutamente inconfondibile e un rapporto tra la gabbia del testo e il margine bianco della pagina così meravigliosamente esatto da lasciare storditi. Questo libro racconta la vita di Bodoni negli aspetti più sconosciuti e in quelli che hanno costellato di successi il suo lavoro, facendoci entrare timidamente nella sua tipografia per uscirne a braccetto insieme a lui, affascinati e innamorati.