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Al rientro dopo l'intervallo, Giulio trovò in aula i soliti capannelli, trattavano gli argomenti del giorno: interrogazioni, il compito di tedesco, la gita al mare, la mostra sui lager... Nulla che facesse presagire la brutta sorpresa che lo attendeva arrivando al proprio banco: la penna stilografica era sparita. Si trattava di una penna preziosa, completamente laminata d'oro, costruita da un artigiano a metà dell'ottocento, appartenuta a suo nonno materno. Un personaggio circondato da un alone di mistero per la sua attività politica di repubblicano, membro della massoneria, e misteriosa era anche la penna con i suoi disegni simili a geroglifici. Parecchi decenni dopo, Giulio, sospinto da un'arcana esigenza, viene tormentato dal ricordo del furto; vuole cercare il colpevole ma soprattutto la penna.