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Osservando le immagini scattate dai fotografi d'agenzia nel primissimo dopoguerra, leggendo quel che l'intervistatore riferirà con le sue parole, pulsante testimone d'incontri con i personaggi neonati o già adulti di un diverso tempo, si ha la curiosa e affascinante impressione di non respirare l'aria storica, museale, culturale di una Sala Espositiva Internazionale venerata dagli specialisti, animata dalle chiassose correnti turistiche ma qualcosa di eccitante e balsamico alla portata di ogni memoria, di ogni sensibilità. Siamo di fronte a una vetta alpina senza mucche pubblicitarie colorate di viola, seggiovie, cabino-vie, rifugi attrezzati? Si direbbe proprio di sì.