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L'artista certaldese propone un linguaggio fortemente simbolico e si distingue per l'utilizzo di materiali di recupero, reinterpretandoli. Habitat, la ricomposizione è il titolo del suo progetto che vuole far riflettere sul mondo odierno, sulla necessità di un continuo dialogo sociale e sul bisogno di creare relazioni, per contrastare l'irrigidimento e l'individualismo. Il viaggio di Gloria Campriani nell'habitat umano contemporaneo, avviene per temi diversi attraverso le sale di Palazzo Pretorio, con installazioni, performance, video, fotografie, arazzi e opere pittoriche in un vero e proprio cammino che vuole farci riappropriare delle nostre emozioni, un cammino che indaga nell'animo umano, in grado di commuovere, infondere speranza e stupire attraverso un preciso disegno comunicativo che le opere sono in grado di trasmettere.