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II progetto di musealizzazione del sito archeologico non è solo un progetto di opere che sono a servizio dell'archeologia, ma una reciprocità tra le rovine, la nuova architettura e il luogo che le ospita. Per far questo, non basta che il progetto sia in grado di declinarsi al meglio alle caratteristiche della rovina archeologica, a che diventi frammento assonante tra i molti frammenti presenti, ma che diventi un itinerario compositivo capace di "mettere a sistema" tutto il patrimonio di figure, latenze, memorie, dati ed esperienze che strutturano la dimensione odierna dell'archeologia. Per questo, di fronte alla presenza della rovina, l'autobiografia dell'architetto dovrebbe stemperarsi nell'ascolto delle infinite voci che compongono la totalità del luogo del quale la rovina ne è un suo frutto e con essa iniziare un dialogo di inserimento, in modo che il progetto contemporaneo, sia solo un processo di disvelamento di sensi già presenti nel contesto e in attesa soltanto di essere ritrovati.