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Nel 2014 Enrico Testa, docente di Storia della lingua italiana all'Università di Genova, dopo aver ricordato che oggi «il 70 per cento della popolazione presenta serie difficoltà a usare la lingua nelle forme della lettura e della scrittura ed è definibile a rischio di analfabetismo di ritorno», ha sintetizzato così i problemi della scuola italiana: i ceti politici e i gruppi dirigenti del nostro Paese sentono la scuola «più come un fastidio che come una risorsa»; lo dimostrano «il perpetuarsi dei tagli dei fondi alla scuola e all'università, la miopia politica e imprenditoriale nei confronti di larghi strati di analfabetismo, la mancata attenzione (su cui tante volte ha insistito Tullio De Mauro) nei riguardi di un settore importantissimo come quello dell'educazione degli adulti, la volontà ministeriale di applicare il modello aziendale alle strutture didattiche». Nella società della conoscenza non c'è futuro per un Paese che non crede (e non investe) nella scuola. Va ripetuto: la scuola è una risorsa fondamentale per un Paese come l'Italia; non è soltanto Enrico Testa a dirlo: lo attestano le storie di scuole qui raccolte, lo confermano le analisi e le riflessioni degli insegnanti riportate nelle pagine che seguono.