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Il libro parte dal presupposto che per studiare l'arte di una città bisogna prima conoscerne la storia. Fermo non ebbe mai una stabile signoria, che avrebbe potuto fare della città un'importante corte rinascimentale, ma le grandi famiglie dell'oligarchia cittadina, arricchitesi a partire dal XV secolo con il commercio di prodotti agricoli, investirono parte delle loro ricchezze in importanti commissioni artistiche. Anche gli ordini religiosi attestati in città Agostiniani, Minori, Predicatori, Osservanti, Carmelitani, Filippini e Gesuiti, portarono a Fermo gli stilemi più innovativi della pittura europea: dalla scuola giottesca a quella barocca. Così i Fermani hanno potuto acquisire un notevole patrimonio artistico, che per essere meglio apprezzato deve essere studiato in rapporto alle vicende storiche cittadine.