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Nir Pur è un mito. È il racconto illustrato di una leggenda dal sapore orientale che, come se risalisse dalla notte dei tempi, rivive simile ad un reperto archeologico da poco venuto alla luce. È il mito di un fiume, il Nir Pur, che è il fiume nutritore, il punto di riferimento atavico del percorso dell'evoluzione storica della civiltà. È un fiume che si sviluppa nell'interezza del territorio umano, dagli albori ai tempi recenti, tagliandolo in due, da costa a costa, da mare a mare; dalla coda, che è la foce del fiume, alla testa che è la fonte di questo immaginario e immenso corso d'acqua. Il Nir Pur ha la forma di una lucertola, con le zampe avvinghiate alle montagne e il capo gigantesco e fisso tra le nebbie delle sue cascate, in attesa della preda: una mitica falena che sarà il suo ultimo pasto. "Quando sarà, il pianeta intero sarà sconvolto ed ogni cosa cambierà sotto il sole!". Il mito è narrato in prima persona dalla Falena, più esattamente dall'Uomo-Falena che, ricordando come la sua vita fosse stata una brezza leggera che sfiorava le stelle, racconta di come, carezzando il mondo, fu generato e prese forma, rallentato nella sua corsa aerea dalle acque in tempesta della foce del Nir Pur. La sua forma è incompleta, come è incompleta o rimossa la coscienza del suo destino. Il suo corpo è ricoperto di polvere d'oro fino alle carni ed il suo viso mascherato. Nasce e assiste, tra le paludi che lo circondano, alla loro bonifica per opera di un'umanità primitiva e inizia la risalita che è coscienza di un brulichio di anime nel contesto di una natura lussureggiante che si autodivora. Vive ed è partecipe dolorosamente di questa realtà. Ed è la cognizione del dolore, in ultima analisi, il motore primo del suo andare avanti, del suo procedere, nello spazio e nel tempo, risalendo la corrente fino alla vetta altissima di un vulcano dove, tra le nebbie delle immense cascate, il mostro lo attende con le fauci spalancate.