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E la vita si ripropone con sfumature sempre diverse: un io narrante alle prese con una madre malata e ormai preda dell'Alzheimer; Giò, critico letterario, e Rubino, pittore affermato, che hanno bisogno di stimoli forti per sentirsi creativi. E ancora Niko'laos e Giulia, che si sposano senza mai amarsi davvero; e Marta, che, trascinandosi stancamente nel suo ruolo di moglie e madre, arriva a "inventarsi" una storia d'amore con un vicino di casa, senza tuttavia realizzarla, e giunge per questo a veder naufragare il suo matrimonio... Tutti si ritrovano su uno stesso treno, per proseguire un viaggio che si rivelerà tranquillo solo con la sistemazione in scompartimenti diversi. Metafora calzante dei tempi moderni, in cui l'omologazione sembra l'unico modo per sopravvivere. Resta a terra il personaggio più debole, evitato da tutti, destinato a perpetrare la sua condanna a vivere mettendo a rischio la propria identità.