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Molto vari sono i temi di queste "poesie napoletane" di Ciro Maione: l'amore, cantato con tenero romanticismo o con scherzosa ironia; la morte, trattata con confidenza e familiarità, come spesso capita a Napoli; figure e macchiette della realtà popolare, disegnate con sorridente bonomia o con pungente satira; il lavoro, la "fatica", con le sue gratificazioni e le sue pene, e spesso con l'atroce dramma delle "morti bianche"; e tanto altro ancora. Ma molto vario è anche il tono: ora lirico, con momenti e atmosfere che fanno pensare a Di Giacomo, ora ironico e giocoso, ora intensamente drammatico. Notevole anche la varietà dei metri e il gioco delle rime, e l'uso di un dialetto napoletano "verace" anche se a volte un po' italianizzato, alla De Filippo.