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Giunto ad un'età astiosa e declinante, che lascia dietro di sé il fumo delle illusioni svanite, Francesco Kivel Mazuy annaspa nel fallimento, roso dal disincanto. Scrittore mancato, giornalista per ripiego, alle prese con la difficile separazione da una moglie risoluta, va alla ricerca di un'idea per il libro decisivo della sua esistenza, ma non riesce a prendere spunto da un'attualità desolata e sbiadita, fino a quando non si imbatte in un amico di vecchia data, perso di vista da molti anni, che l'aiuta a superare l'angoscia della pagina bianca con una dritta entusiasmante: descrivere il ventesimo secolo secondo la prospettiva del tradimento. Kivel Mazuy raccoglie l'imbeccata e si mette al lavoro, creando pian piano una saga familiare che copre l'arco di tre generazioni, intessuta di figure scarne, popolari e disgregate. Le vicende narrate conoscono inattesi e sgraditi arresti per le interferenze della vita nel processo creativo dell'autore, attraverso un gioco di specchi in cui la realtà, spesso, si confonde con la finzione.