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Darwin e Freud fanno sparire Dio dalla scena, lasciando un vuoto tra il genere umano e la natura, perciò le loro idee furono accolte con indignazione. Ma oggi, che li si legga o meno, tutti parliamo una versione dei linguaggi di Darwin e Freud e molti pensano all'infanzia e alla sessualità come fonti di sofferenza, e dipingono se stessi come animali che lottano per la sopravvivenza. Ma, spiega l'autore, non ci troviamo intrappolati in una pura filosofia della perdita. Entrambi questi scrittori sono interessati a come la distruzione "conservi" la vita. Ecco come nasce questo libro, che intende gettare luce sul concetto di finitezza, estinzione e morte, reinterpretandoli all'interno di una "filosofia della vita".