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Una questione del reale e, al tempo stesso, un'astrazione, un simbolo, una metafora dei sogni, degli incubi, dei desideri, delle paure e delle aspirazioni: questo è il corpo sconvolto, l'accattivante analisi condotta da Ermelinda M. Campani sulle diverse forme che la pellicola ci restituisce del corpo come "doppio" e "altro" con il quale confrontarci tra reale e virtuale. Il corpo della diva, quello del forzuto, il corpo smaterializzato, quello del mutante, il corpo deforme, l'anticorpo si chiariscono qui quali luoghi di un immaginario seducente e inquietante, ossessivo talvolta, trascendente la realtà per riproporsi a modello di essa.