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Scrive qui un poeta, in una 'lengua' della Bassa Lombardia che affonda nei gutturali e nei soffiati, nei sonori e nella comunicazione delle genti di piccoli paesi, già rurali, in ultime terre cremonesi. Spazio d'azione del libro è una provincia di cascine abbandonate, di migrazioni e di piccole storie, un panorama in cui si spendono i resti di un mondo contadino in liquidazione. Si accendono tuttavia ancora giorni, albe e tramonti, le stagioni che mutano su un popolo minuto, un presepe di volti, di idiomi, di vite raccontate in versi, che hanno per teatro un piccolo borgo cremonese di duecento anime, Motta San Fermo, nel più vasto territorio del comune di Casalmaggiore. Luoghi questi dell'origine e dello scambio, dei corteggiamenti e degli amori, delle scomparse e della progenie, dei sommersi e dei salvati di queste pagine di poesia.