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Il libro prende spunto da un'apparente, inspiegabile presenza del termine 'ordo' in alcune interpretazioni visigotiche, e la sua rispettiva assenza nei testi romani di riferimento. Si è notato che in tali passi 'ordo' sostituisce il concetto di 'regula'. Il dato è stato inserito in un contesto più ampio che esamina le fonti giuridiche contenenti sia 'regula' sia 'ordo'. Si è notato che il lemma 'regula', di derivazione aristotelica, individua più concetti che si evolvono nel tempo. Anche 'ordo' è impiegato dai 'prudentes', ma in senso di progressione. Sarà Augusto che impiegherà 'ordo' anche in senso di sistema. Non si delinea una immediata evoluzione per tale genus, come se il concetto di sistema in sé concluso fosse rifiutato dalla giurisprudenza classica, che si poneva nella prospettiva del metodo, ossia 'regula iuris', più che della categoria, 'ordo iuris'. I giuristi occidentali del V-VI secolo si dedicano alla stesura di normazioni che vogliono individuare un sistema in sé concluso, una sorta di ordinamento. Se la 'regula' risponde a un'esigenza di sintesi di ispirazione aristotelica, l''ordo' avrebbe risentito di una corrente di pensiero neoplatonico.