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Negli anni 1920-1930, l'esperienza socio-antropologica della Scuola di Chicago ha segnato un punto di svolta nell'osservazione dei flussi migratori e dei conseguenti problemi d'integrazione razziale. Robert E. Park, in particolare, ha posto le premesse per lo studio dei processi di accomodamento e assimilazione, non esenti da conflitti e da sforzi per mantenere le «distanze sociali». Dal canto suo, Herbert G. Blumer, che si è avvalso della prospettiva dell'interazionismo simbolico, ha dato una svolta ulteriore all'analisi del pregiudizio razziale e delle relazioni razziali (secondo la denominazione corrente all'epoca).