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«È stata una novità, una sfida. La scelta della strumentazione ottica è ricaduta su obiettivi grandangolari in grado di raccogliere i molteplici elementi presenti nell'inquadratura; solo in alcuni casi, per necessità, mi sono spinto all'utilizzo di un "medio tele". Ho voluto usare apparecchi poco ingombranti per essere dentro ogni scena, per viverla in prima persona e per coinvolgere appieno lo spettatore. L'accoglienza ricevuta mi è stata d'aiuto, così come l'istinto, maturato negli anni di progetti fotografici legati alla natura e alle attività umane, di anticipare l'evento, rimanendo presente e attento fino all'ultimo secondo, per ottenere lo scatto migliore e più spontaneo. Le mie immagini vorrebbero estraniarsi dall'evidenza del conosciuto, dal rumore e dalla cacofonia interiore, desidererebbero arrestare la girandola dei pensieri con cui ci facciamo quotidianamente "compagnia". Esse parlano tacendo, si porgono silenziose e ci invitano a posare lo sguardo per udire il loro sussurro attraverso i luoghi ritratti, gli sguardi e le espressioni di chi era presente. L'intento che ho cercato di perseguire è stato quello di avvicinare lo spettatore a udire questa voce, affinché possa accompagnarlo a fare scoperta di sé, degli altri e della vita. Gli attimi intensissimi di vita, vissuti fotografando il cammino dell'Incoronazione sotto lo sguardo accogliente della Madre, hanno risvegliato assonanze intime che mi hanno portato alla consapevolezza di un nuovo inizio, non solo fotografico.» (Andrea Taglier)