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"Primitivo" è una parola che apre a orizzonti di significato molto vasti. Rimanda a popolazioni lontane nello spazio e nel tempo. Allude a un'etica originaria e solida, lontana dai modelli di comportamento abituali di un'umanità tanto avanzata tecnologicamente quanto depauperata sul piano morale. Rinvia alla purezza di alcuni periodi artistici. Quest'opera percorre strade note e percorsi impervi, dialogando con i grandi autori che tra Sette e Ottocento si sono impegnati nel dibattito sullo "stato di natura" (come Rousseau. Voltaire, Foscolo, Leopardi...) e con personalità sinora considerate meno centrali nel dibattito. I saggi qui raccolti portano una stimolante e produttiva pluralità. Affrontano, ad esempio, le relazioni di viaggio in cui si apre il confronto tra l'orizzonte europeo e i mondi "selvaggi" lontani e diversi. Discutono sullo "stato di natura", che alcuni adorano e altri aborriscono mentre altri ancora si esprimono in termini insieme critici e nostalgici. Concernono la presenza di una larga circolazione di immagini mitiche. Connettono il dibattito culturale agli esiti figurativi di grandi autori (Gauguin). Una riflessione molteplice e di indubbia attualità per affrontare i dilemmi e le problematiche che l'odierno confronto con il "diverso" pone alle nostre società.