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Il volume offre una ricognizione storico-teorica sul concetto di trauma, da meccanismo psichico patologico (individuato sul finire dell'Ottocento in ambito clinico) a dinamica caratterizzante della storia contemporanea, della produzione culturale inscritta in quest'ultima e della formazione dei soggetti, ripercorrendo così anche l'evoluzione accademica dei cosiddetti Trauma Studies, nati in seno agli studi culturali statunitensi. Senza tralasciare le principali teorie novecentesche sul rapporto tra visione e metropoli, che videro nello shock percettivo il concetto principe dell'esperienza del vivere moderno, il volume si spinge fino all'analisi di alcune tra le tendenze dominanti dell'estetica mediatica e cinematografica contemporanea. Dai mind game film (in particolare alcune pellicole di Christopher Nolan) ai disaster movies, dal fotogiornalismo post 11 settembre agli user generated contents e ai focus delle rassegne internazionali fotografiche e cinematografiche sugli tsunami di Thailandia e Giappone, questo lavoro evidenzia come l'attrazione per le immagini recrudescenti e l'assottigliamento del confine tra norma e abiezione abbiano prodotto, a cavallo degli anni Duemila, una vera e propria sfera pubblica "patologica", frutto di una cultura visuale dominata dalla spettacolarizzazione del trauma.