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"Il pathos di Juana Bignozzi deriva dalla sua resistenza a seppellire ciò che ha amato" (D.G. Helder). La nostalgia, che pure percepiamo nei versi di Bignozzi e che può essere nostalgia di un'epoca, di una città, di rapporti amicali, è un sentimento che non concede nulla al patetismo né tantomeno alla rassegnazione, temperato com'è dall'ironia e sorretto da uno spirito combattivo che si proietta spesso verso il futuro, nel quale immagina "figli che non ho avuto che torneranno a scegliere i loro nemici / gli renderanno di nuovo difficile la vittoria finale" (comprémosle unos jazmines).