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Esistono introduzioni alla geometria, alla storia, a tutte le scienze. Vi si espongono i concetti massimi, le procedure essenziali. Una volta però entrati nel vivo del lavoro scientifico, queste introduzioni vengono superate. Non così in filosofia. Perché non finiamo mai di introdurci in essa. Il pensiero filosofico progredisce infatti per approfondimenti successivi, più che per ampliamenti. Le ragioni della sapienza introduce alla filosofia ricordando, a coloro che hanno una certa familiarità con le analisi filosofiche, l'orientamento fondamentale della loro disciplina, l'orizzonte della loro ricerca. La filosofia ama la sapienza, mantenendosi fedele alle esigenze della ragione. È stata e sarà sempre una simile ricerca: quando riflette sui dettagli della vita umana o sull'ente in generale; quando si ferma sull'essenza di un dipinto, di una poesia, sull'amore e l'odio, o su ciò che si può conoscere ragionevolmente con certezza. Ma che cos'è la ragione? La sapienza? Non sono cose, bensì percorsi, avventure della mente. Disillusioni e scoperte. Attraversano momenti di buio e di luce. Sono vita. Animano la ricerca intellettuale con inquietudine ed entusiasmo. Passano in ultimo dall'illusione dell'ego preoccupato di sé all'attesa di un mistero umano che si avvicina.