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"Il 12 febbraio 1983 ci siamo immersi in una Venezia ancor più magica e incredibile del solito, stupiti dall'atmosfera che le maschere avevano saputo creare, ognuno stimolato e facilitato a comunicare, sempre pronto a un sorriso, a una battuta, in un ritrovato desiderio di umanità. Come mossa da un'invisibile regia la folla si muoveva, recitava, creava situazioni e sensazioni quasi fosse composta solo da veri attori, trasformando quella sfilata eterogenea in una rappresentazione complessa ove il teatro e la vita si fondevano". (Giovanni Pandini)