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"Lavorare nelle biblioteche italiane non è facile e lavorare in quelle meridionali lo è ancora meno (...). All'interno di questo scenario (...) un ruolo importante è stato occupato dalle sezioni regionali dell'AIB, che spesso rappresentavano l'unica occasione per 'fare rete', per incontrare i colleghi e sentirsi parte di una comunità professionale, per 'rubare il mestiere' a chi era più esperto, per entrare in contatto con le poche 'buone pratiche', quasi sempre legate indissolubilmente ad alcune figure che non esito a definire carismatiche, e provare ad imitarle almeno in parte, anche per non lasciarsi prendere dallo scoramento e per sperare che qualcosa potesse cambiare. (...) Tra le rassicuranti figure alle quali poter guardare con fiducia e capaci di contagiarci con la loro passione civile e l'entusiasmo di chi crede al ruolo delle biblioteche, c'è sempre stato Terzio Di Carlo, un punto di riferimento importante per più generazioni di bibliotecari, non solo abruzzesi o meridionali e non solo pubblici." (Giovanni Solimine)