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Ciò che è vivo e impressionante negli scritti di Alexandra David-Néel è il senso della vita nomade e avventurosa che si svolge nelle solitudini erbose del Tibet settentrionale, sugli alti valichi, fra immense catene di monti, che conducono a sud verso il Nepal e l'India. Fra tappe di accampamento e marce estenuanti, in uno scenario di bellezza maestosa e indicibile, spazzato dai grandi venti asiatici, percorso da fiumi precipitosi e dominato dalle più grandiose vette del mondo, la scrittrice ritrova pienamente se stessa e descrive i suoi pellegrinaggi fra mistici e maghi misteriosi. Su questo sfondo incantato, dunque, s'inserisce il presente racconto, che si sviluppa attorno alla magia amorosa da un lato - al di là della forma volgare dei filtri d'amore o di quella demoniaca della magia sessuale vera e propria - e la magia nera dall'altro. Un racconto che permette di conoscere meglio la realtà vivente del Tibet e dei tibetani, che la leggendaria e instancabile viaggiatrice ha così tanto amato e narrato.