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La Naqshbandiyya è attualmente uno degli ordini sufi più diffusi nel mondo islamico, soprattutto nella sua parte orientale. In Turchia, Siria, Iraq, India, Pakistan, Indonesia e nell'Asia Centrale la presenza dell'ordine ha sempre avuto effetti concreti su vari aspetti della vita sociale, sulla formazione delle élite politiche, sull'educazione e soprattutto sulla vita spirituale di migliaia e migliaia di uomini e donne. La storia dell'ordine inizia con la nascita dell'Islam e continua durante i secoli fino ai tempi attuali; un tempo veniva chiamata Tariqa-yi Khwajagan, "La Via degli antichi maestri", ma acquisisce il suo nome caratteristico dopo il magistero del grande santo di Bukhara Khwaja Baha'uddin Naqshband (m.1389), che dotò l'ordine di regole precise e di una identità più definita. Il libro descrive la storia della branca indiana dell'ordine naqshbandi-mujaddidi-mazhari, dall'origine fino ai giorni nostri, seguendo il filo della letteratura agiografica tradizionale, includendo alcuni capitoli più specificamente descrittivi delle dottrine di Shaikh Ahmad Sirhindi, il "rinnovatore del secondo millennio" dell'Islam (m.1625), figura centrale dell'ordine, e del suo pronipote Shah Abu Said Faruqi (m.1835).