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In questo libro l'attenzione si concentra su un solo particolare, la lente è posata su un uomo che regge una tavolozza di colori, un pittore, l'uomo in bilico. Il vetro convesso sotto cui è prigioniero ne rivela ogni movimento, ogni smorfia. Maurizio è un misogino. Come un personaggio buzzatiano disprezza le donne e odia il bisogno che ha di esse. Per loro non prova sentimenti, le guarda con cinismo e ferocia, registrandone i difetti fisici per poterli utilizzare quando se ne vuole liberare. Deve usarli come strumento di difesa nei confronti dell'attrazione che le donne esercitano su di lui.