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Che cosa significa interrogarsi oggi sul tema delle origini? E quali implicazioni hanno queste riflessioni per i professionisti della cura? Intorno a questi interrogativi, il "Quaderno" 64 ha preso forma. Credo sia difficile dare una definizione univoca della parola origini: siamo infatti testimoni, in questi tempi, di un profondo cambiamento di significato di questo termine, un cambiamento che si intreccia all'evoluzione del pensiero scientifico, del contesto storico e culturale. Pensiamo ai bambini che oggi possiamo incontrare come psicologi, educatori, medici, insegnanti: bambini migranti che hanno lasciato il loro Paese d'origine con la propria famiglia oppure sono da poco stati ricongiunti a uno o a entrambi i genitori; bambini nati attraverso percorsi di fecondazione assistita autologa o eterologa; bambini adottati in cerca di connessioni possibili tra i propri genitori biologici e quelli adottivi. Per le nuove generazioni rispondere alla domanda "quali sono le tue origini?" può significare esplorare scenari di senso complessi, non scontati, certamente comporta un processo di ridefinizione di cosa significhi appartenere, un processo che permetta di rappresentarsi il luogo da cui si proviene e come si configura il proprio legame con le generazioni precedenti. Interrogarsi sul tema delle origini significa dunque provare a raccontare la storia che stiamo vivendo e insieme trovare un nuovo modo di descrivere le nostre radici.