Tab Article
Giustino Fortunato non faceva uso di perifrasi quando dichiarava: "Non intende un'acca di tutta la storia del Mezzogiorno chi per poco prescinde dalla malaria" e Francesco Saverio Nitti dava prova di altrettanta schiettezza nell'affermare: "La malaria [...] è la base di tutta la vita sociale; essa delimita i rapporti di produzione e di distribuzione della ricchezza più che qualsiasi altra causa". In Italia, alla fine dell'Ottocento, il flagello della malaria infieriva su un terzo del territorio e mieteva migliaia di vittime ogni anno, rendendo molto difficili le attività economiche e i rapporti sociali. La situazione era particolarmente critica al Centro e al Sud, stanti la presenza del latifondo e un'accentuata arretratezza. Mentre brillanti scienziati scoprivano le vere cause del morbo, nelle aule parlamentari del Regno d'Italia ferveva il dibattito sui modi di arginarne la diffusione. Ne nacque un'efficace legislazione che, nel giro di alcuni anni e grazie anche alla somministrazione gratuita del chinino (la "divina droga"), impresse una svolta positiva agli eventi e portò a un progressivo miglioramento della situazione. Le pagine di Fortunato e Nitti riprodotte in questo volume non solo ci restituiscono un tassello di storia del nostro Paese, ma ci fanno riscoprire la bellezza e la vivacità del pensiero di due menti illuminate e la generosità di chi volle mettere le proprie risorse di tempo e denaro al servizio della lotta alla malaria.