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Un vero e proprio manualetto di tecnica enologica. Il titolo è "Trattato sulla conservazione del vino" ma sarebbe stato altrettanto appropriato intitolarlo "Trattato sul vino" dal momento che, sia pure in brevi e svelti paragrafi, quello che l'autore prende in esame è il vino nella sua interezza, dalla vendemmia al torchio, dal tino alla cantina, dalla bottiglia alla coppa, insomma dalla pianta alla degustazione. E se in tutto il testo non c'è traccia di conservanti chimici, non un'ombra di trattamenti con anticrittogamici, neanche il sospetto di aggiunte di solfitti o altri composti da laboratorio e se la sola adulterazione considerata è l'aggiunta fraudolenta di acqua, è solo perché questo è presumibilmente il primo trattato sul vino che abbia profittato della nuova tecnica tedesca della stampa a caratteri mobili, insomma il primo libro a stampa sul vino. Certo è solo che è comparso in Germania nel 1478, ma quanto poi al suo autore, non solo è ignoto ma neanche si sa da dove provenga, se sia italiano o tedesco o chissà che altro. La lingua è ovviamente il latino e probabili destinatari quei signori, molto signori che non disdegnavano di occuparsi personalmente delle proprietà agricole e dei loro frutti, seguendo l'antica tradizione risalente agli antichi Romani, da Catone a Plinio a Varrone. Ma, origini a parte, il trattato, anzi il trattatello come l'autore lo definisce, rappresenta un punto di osservazione della società europea tra Medioevo e Rinascimento...