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Lo sviluppo del progetto poetico qui raccolto riporta al trittico "Stati d'animo" di Boccioni, in cui i tre quadri "Gli addii", "Quelli che vanno" e "Quelli che restano" sono incentrati sul tema esistenziale che tutti accomuna: la transitorietà della vita terrena e l'ignoto che ci attende. Nell'assenza, il ricordo si fortifica e Davoli, non indenne da una pacata malinconia, o forse meglio, dalla nostalgia con cui evoca la voce, i gesti, la relazione quotidiana con chi, caro negli affetti, è mancato, si addentra nel tema della precarietà di questo nostro esistere con quieta consapevolezza, da non confondere con la rassegnazione, intesa come rinuncia a lottare, indifferenti alla vita. Anzi, forte è il messaggio vitale che emerge e ancora più vigorosa la certezza che sia l'amore a condurre questo nostro "viaggio" perché "qualcosa di noi deve restare/ come traccia del vissuto su questa terra" anche se "siamo frecce/ puntate verso l'azzurrità".